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Venerdì, 14 Ottobre 2016 18:28

Abusivismo ed evasione fiscale? PRO.LOCA.TUR replica a Federalberghi

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Abusivismo ed evasione fiscale? PRO.LOCA.TUR replica a Federalberghi

Ieri il nuovo allerta di Federalberghi che al TTG di Rimini, presenta un'indagine sulle strutture ricettive illegali denunciando il dilagare dell'abusivismo con il conseguente rischio di evasione fiscale e lavoro in nero. Questa situazione, precisa l'Associazione degli Albergatori italiani, danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. E, infatti, sono in tanti che agiscono secondo quanto previsto dalle normative di riferimento, in particolare il contratto di locazione turistica, che non sono rimasti indifferenti a quello che è stato vissuto come un "attacco".

In effetti, il tema è delicato e non è semplice. Non si può parlare di vuoto normativo ma sicuramente c'è bisogno di intervenire con chiarezza anche sulla parte legislativa e normativa.

Intanto, l'"attacco" di Federalberghi ha scatenato numerose obiezioni da parte dei proprietari che agiscono nel rispetto della legge e delle Associazioni che si impegnano a tutelarli.

Riportiamo di seguito la replica che l'Associazione PRO.LOCA.TURche riunisce i proprietari degli alloggi dati in locazione turistica-, ha inviato al Presidente di Federalberghi rispetto a quanto dichiarato nell'incontro del 13 Ottobre 2016 a Rimini.

"Gentilissimo presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, 

Lei pensa che tutti i turisti che visitano le nostre Regioni e alloggiano in appartamenti privati, arrivino in bicicletta e portandosi i panini da casa? Lo sa benissimo anche Lei che quei turisti si muovono con i mezzi di trasporto italiani (taxi, autobus, metropolitane, auto a noleggio con e senza autista) e poi mangiano nei ristoranti e nei bar e visitano i nostri musei pagando i relativi biglietti.

Federalberghi, con la sua politica aggressiva e denigratoria verso le locazioni turistiche dimostra di pensare esclusivamente alla difesa del proprio orticello, coltivato fino ad ora in regime di monopolio, disinteressandosi di ciò che il turismo nel suo complesso possa rappresentare per il nostro Paese.

Più presenze turistiche significano più ricchezza per tutti, anche se ciò, in qualche caso, potrebbe voler dire un po’ meno ricchezza per qualche albergatore. Molti privati cittadini, trovando il coraggio di aprire le proprie case a soggetti sconosciuti, hanno trovato il modo di far fronte alla crisi e ad una pressione fiscale sempre più elevata, arrotondando i propri stipendi o raccogliendo i frutti di immobili spesso inutilizzati.

Lei dovrebbe sapere benissimo che oggi l’offerta degli appartamenti privati da parte dei loro proprietari è andata a colmare una lacuna e a soddisfare una domanda che gli alberghi, soprattutto quelli non di lusso, non sono in grado di soddisfare. Ad esempio: le famiglie con figli, intenzionate a visitare le nostre città, fino a ieri erano costrette a prendere più camere nello stesso albergo, magari neppure comunicanti, oppure a rinunciare al viaggio, non potendo affrontare il costo di lussuose suites o l’inconveniente di lasciare i figli incustoditi in una camera separata. Oggi quelle stesse famiglie possono venire in Italia e rimanere riunite sotto lo stesso tetto come se fossero a casa loro.

Smettiamola perciò di dire che un turista in meno in un appartamento privato corrisponde necessariamente ad un turista in più in un albergo. Spesso corrisponde semplicemente ad un turista in meno nel nostro Paese.

Ci sono due modi di affrontare il cambiamento: uno è quello alla Blockbuster, che continuò a noleggiare videocassette e dvd fino agli albori dello streaming video attraverso Internet e dalle pay-tv, arrivò a quotarsi in borsa (nello stesso anno in cui veniva fondata Netflix) e poco dopo fallì. L’altra modalità, virtuosa, è quella di Apple che, da produttore di computer di nicchia, si è buttata sul nascente business dello smartphone, fino ad arrivare ad essere la prima società al mondo per capitalizzazione.

Per restare sul mercato ed essere competitivi, infatti, non si può pensare di rendere difficile la vita a chi propone un’alternativa, occorre non dormire sugli allori ed essere più veloci e migliori nel proporre quella stessa alternativa.

E per contrastare il fenomeno dell'evasione fiscale in un determinato settore non si può neppure pensare di fare cessare in toto ogni attività di quel settore. Sarebbe come se qualcuno chiedesse di chiudere tutti gli alberghi perché qualche albergatore, come riportato dalle notizie di stampa, ha riscosso, ma non ha versato l’imposta di soggiorno.

La difesa di una categoria non può passare per l'oppressione di una moltitudine di soggetti deboli.

E neanche si può far finta di non vedere che, se ci sono società che gestiscono legittimamente, in modo imprenditoriale, decine o centinaia di appartamenti di proprietà altrui, ci sono anche tanti singoli proprietari che danno in locazione turistica la propria casa nella piena legalità: pagando le imposte sul reddito, riscuotendo e versando l’imposta di soggiorno (in teoria nemmeno dovuta trattandosi di appartamenti privati e non di strutture ricettive), comunicando i flussi turistici e dichiarando gli arrivi alla questura ed infine… accogliendo con un sorriso i propri ospiti, gratificati spesso più da una buona recensione che dal canone di affitto".

Notaio Fabio Diaferia
Presidente Pro.Loca.Tur.

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