Secondo l’analisi di Halldis, i centri città si spopolano di residenti e si riempiono di turisti. Il tema è di attualità, basti pensare al fondo sul “Corriere della Sera” di Ernesto Galli della Loggia che riferendosi a Venezia ha parlato di “turismo veleno delle città” e il caso di Venezia è eclatante (da 120.000 a 52.000 residenti nel giro di 50 anni), ma lo stesso vale per Firenze, Roma e Milano.
Quasi tutte le località montane e marittime - con l’eccezione di due sole zone in italia, le valli dolomitiche trentine-altoatesine e il lago di Garda - sono alla ricerca di turismo alternativo per non andare in fallimento. Si stanno infatti spopolando, con conseguente trasferimento delle infrastrutture di servizio (scuole, ospedali, ecc.) in centri limitrofi o nei fondovalle.
Halldis ha individuato soluzioni concrete o ipotesi utili per affrontare tali problemi.
1- Charleston: regia sul flusso turistico. La città di Charleston - una delle più belle americane, nominata a patrimonio Unesco e come Venezia esposta alla crescita del flusso turistico - ha commissionato uno studio sui flussi turistici e si è concentrata sul target delle navi da crociera, che ha impatti sull’ecosistema cittadino pur contribuendo poco al mantenimento della città: i turisti di mega navi consumano sulle navi stesse, scendono in massa con blitz mirati e risalgono in schiere compatte. Il loro contributo economico positivo (ricavo) all’economia cittadina è minimo: -35% circa di un turista medio. Viceversa, il contributo negativo (costo) è molto elevato: impatti sull’ecosistema, sulla gestione dei flussi, sull’equilibrio dei beni culturali (dovuti a un modello di consumo massificato che si concentra sugli “highlights”). La decisione è stata quella di limitare al 2% della quota turistica complessiva annua il flusso di navi da crociera ed è in via di definizione l’estensione della city tax agli sbarchi delle grandi navi. Si consideri che a Venezia il segmento Cruise vale il 20% del flusso turistico complessivo e sbarca fino a 20.000 turisti al giorno nei periodi di picco.
2) Il consorzio austriaco di Serfaus Fiss e Ladis: differenzione dell’offerta, marketing per famiglie, valorizzazione del patrimonio immobiliare. Il consorzio austriaco di Serfaus Fiss e Ladis, nel Tirolo occidentale, ha istituito un presidio strategico per l’intera valle, definito un marchio e posto l’obiettivo di ripopolamento dell’area. Prima risorsa è stata identificata nel turismo. Il progetto ha operato su tre fronti: 1 - la differenziazione dell’offerta (non concentrata sui soli impianti invernali di risalita, ma mirata a spingere tutte le forme di turismo slow: mountain bike, percorsi avventura, rete dei castelli della valle, potenziamento delle alte vie ecc.); 2 - una strategia di marketing focalizzata sulle famiglie (che ha portato ad esempio alla costruzione di itinerari e passeggiate avventurose per ragazzi, ideate dal maggiore autore di letteratura d’infanzia austriaco, Thomas Brezina, e che ha ottenuto premi tra cui il ITB “Best of Austria” a Berlino); 3 - fondamentale la strategia di valorizzazione del patrimonio immobiliare locale, finalizzata a professionalizzare l’accoglienza e proporre soluzioni di accomodation alternative all’hotellerie per sostenere permanenze prolungate e rafforzare la saturazione nelle basse stagioni. Per effetto di tali azioni, in dieci anni il flusso demografico delle tre cittadine consorziate è raddoppiato e ha consentito di aprire nella cittadina di Fiss (a 1400 mt di quota) la “Neue Mittelschule” (Istituto tecnico professionale per ragazzi da 11 a 15 anni).
3 - Cittadino temporaneo. In un recente congresso tenuto a Venezia è stata avanzata l’opportunità di ridefinire il concetto di cittadino residente permanente nei centri città introducendo il termine “cittadino temporaneo”. Il concetto di cittadino residente permanente è destinato a perdere sempre più terreno a causa del trend irreversibile di aumento della flessibilità e mobilità individuale. Le città dovranno ridefinire il concetto di “appartenenza” e “residenza”, chiamando anche i “temporary citizens” a un determinato rispetto di diritti e doveri verso la città stessa. Inoltre, proprio in merito a Venezia, uno studio commissionato dall’Unesco ha rilevato che la cosiddetta “willingness to pay” dei clienti ricorrenti della Laguna è ben più alta dell’attuale valore della Tourist Tax.
“Il turismo non è un nemico – afferma Alberto Melgrati, CEO di Halldis – ma un’economia, un vettore fondamentale per sviluppare e contribuire alla crescita: fondamentale soprattutto nelle grandi città che costituiscono - come Venezia - un patrimonio di valore inestimabile.
Ma come ogni economia complessa, ha le sue leggi, le sue invarianti, le sue sofisticazioni, i suoi rapporti con il mondo più o meno virtuosi. Considerarlo in modo monolitico senza studiarlo e conoscerlo in dettaglio significa subirlo. Le nostre città non si stanno arricchendo con il turismo come spesso si sostiene.
Basti, a Venezia, passeggiare lontano dai logori “passaggi obbligati”, e guardare in dettaglio il livello di manutenzione dei sestieri meno percorsi. Al contrario, questa nostra ignoranza tradotta in battaglia molto “culturale’ e poco specifica sta arricchendo chi il turismo lo conosce a fondo e lo usa, e purtroppo non si tratta dei nostri stakeholder nazionali.
Abbiamo bisogno in primis di capire: niente guerra, niente battaglie, ma tanto studio e tante idee.”