Da settimane prosegue un continuo botta e risposta tra Federalberghi, associazione degli albergatori italiani, associazioni che tutelano i proprietari di appartamenti e gli operatori coinvolti nella cosiddetta "manovrina Airbnb" sino all'approvazione dell'articolo 4, che impone ai portali di prenotazione di riscuotere alla fonte una trattenuta del 21% su ogni contratto stipulato da soggetti non imprenditori.
Per Bernabò Bocca, Presidente dell'Associazione degli Albergatori italiani: "aver definito una norma che mette ordine nella disciplina fiscale delle locazioni brevi costituisce un positivo passo avanti verso la bonifica di un mercato che è inquinato dagli abusivi e dalla concorrenza sleale".
Quindi per Federalberghi la direzione imboccata dal Governo è quella giusta seppure segnali la nota critica relativa alla formulazione inerente l'imposta di soggiorno che "nel prevedere giustamente l’applicazione dell’imposta anche per i turisti che alloggiano presso gli immobili in affitto – rischia di penalizzare le strutture ufficiali già tartassate dal fisco”.
Non solo, per il Presidente Bocca, bisogna continuare a lavorare "per garantire la tutela degli ospiti, dei vicini di casa, dei lavoratori e soprattutto della sicurezza pubblica, per evitare che le locazioni brevi offrano un comodo rifugio a chi vuole sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine”.
Entro novanta giorni, un decreto ministeriale dovrà definire criteri oggettivi per distinguere le attività imprenditoriali da quelle non imprenditoriali.
“Anche questo aspetto è positivo", dice Bocca, "e ci auguriamo che il decreto tragga spunto dalle buone prassi adottate all'estero, evitando che chi svolge l'attività in via continuativa possa continuare a nascondersi dietro un dito”.