Lo scorso 22 luglio Booking ha infatti informato le strutture ricettive italiane via mail di una modifica corposa dell’accordo di intermediazione: dal 1° settembre 2019 tutte le prenotazioni che passeranno dalla OTA vedranno la commissione calcolata non più sul prezzo della sola camera ma sul prezzo complessivo pagato dall’ospite, comprensivo di tutti i servizi extra venduti tramite il portale, come i costi di pulizia, la biancheria da letto o l’aria condizionata.
Una modifica che, evidenzia PMI, non lascia scelta ai property manager se non quella di alzare i prezzi o di abbandonare il canale di intermediazione: "la commissione di Booking.com può arrivare fino al 21% e la sua estensione ai servizi extra appare una misura onerosa e ingiusta," - sottolinea il presidente di Property Managers Italia, Stefano Bettanin - "in quanto si tratta di servizi che spesso sono erogati da società terze e per il quale i property manager chiedono nulla più che un rimborso spese basato sui costi vivi del servizio: ora saranno costretti ad aumentare i prezzi per evitare di andare in perdita."
In secondo luogo una misura del genere, imposta in maniera unilaterale, crea un effetto distorsivo della concorrenza su cui l'associazione sta studiando la situazione per capire se ci sono gli estremi per un ricorso all’AGCM per fermare questa imposizione.