Domanda- Ci sono davvero investitori cinesi pronti a investire in Italia?
Risposta- Si, gli investitori cinesi ci sono e sono fortemente interessati all'Italia. Il mercato cinese ha un enorme potenziale per il nostro Paese, anche per i flussi turistici. Parliamo di 390.264 visti rilasciati nel 2014 di cui 40.000 per turismo individuale.
Abbiamo intervistato tutti coloro che nel corso di questi anni abbiamo incontrato per lavoro, parliamo di oltre 6.000 contatti circa, e dalle loro risposte abbiamo ricevuto solo conferme dell'interessamento reale a investire in Italia che per loro rappresenta uno status symbol.
Domanda - Quanto sono disposti a spendere e cosa cercano?
Risposta- Non vogliono spendere molto e sono sempre alla ricerca del buon affare all'estero, cercano prevalentemente appartamenti (62%) per viverci (68%), quindi immobili di medio taglio. Tra quelli che vogliono comprare un immobile per investimento (32%) invece l'hotel è l'immobile prescelto (37%). Parliamo in questo caso di tagli che variano da 15 a 45 milioni di euro e di investitori qualificati.
Domanda - Quali sono le destinazioni ricercate?
Risposta - Soprattutto Milano che per loro è comoda e facile da raggiungere e che paragonano a Shanghai, poi Roma che in parallelo in Cina è rappresentata da Pechino. Non conoscono ovviamente le destinazioni e per loro indicazioni sulla reale fattibilità di introdurre business correlati all'Hospitality come quelle che noi diamo tramite l'Hotel Index Appeal, che segnala il livello di appetibilità di una zona rispetto a un’altra, possono essere di grande aiuto.
Domanda - Quali possono essere i principali ostacoli per gli investitori cinesi in Italia nel mercato alberghiero?
Risposta- La mancanza di professionalità degli operatori. I Cinesi che in questo momento guardano all'Italia, aldilà delle operazioni legate alle grandi catene alberghiere internazionali, cercano immobili del valore di circa 10-15-20 milioni perchè li valutano da 100 camere in su: sono infatti abituati ad altre dimensioni e chiedono rendimenti a partire dall'8%. Bisogna far capire loro quali sono i giusti valori, impostare correttamente la trattativa e lavorarci in modo professionale, senza dall'altra parte neanche caricare il prezzo. Con la conoscenza reciproca, poi, si può superare l'ostacolo culturale.
Domanda - Quali sono i vantaggi per l'Italia alberghiera ad accogliere investitori cinesi e quali i rischi se ce ne sono?
Risposta- Non vedo lo stesso rischio che attualmente viviamo per la ristorazione: parliamo di due ambiti e capacità finanziarie diverse, chi si avvicina all'hotel è diverso dall'investitore che si avvicina al ristorante.
Per noi Italiani, può rappresentare una spinta a migliorare perchè gli standard cinesi sono più elevati di quelli nostri. Loro vogliono un albergo occidentale ma con il servizio cinese e questo rappresenta un più elevato stimolo.
Un altro vantaggio è per la forza lavoro in quanto negli alberghi vogliono far lavorare gli italiani.
Domanda - L'Italia immobiliare alberghiera, fatta di piccoli e medi alberghi a gestione familiare, è un buon affare per i Cinesi?
Risposta- Si, può esserlo esattamente come per tutti gli altri investitori, se si riesce a far quadrare i conti e a far parlare i due mondi, quello immobiliare e quello alberghiero. C'è sempre tanta domanda e tanta offerta ma difficilmente infatti si riesce a concludere se non si impostano correttamente valori e aspettative. Nel 2014, inoltre, il turismo straniero in Italia ha ripreso a crescere e lo spazio per investimenti qualificati nel segmento 4 e stelle e di catena è molto elevato. Gli alberghi di catena rappresentano infatti ancora una percentuale molto bassa rispetto al totale dell'offerta mentre le catene vogliono ampliare la loro presenza e cercano investitori che li supportano.