Domanda - Quanto l'evoluzione digitale ha modificato il ruolo della professione "guida turistica" e quanto la comunicazione digitale ha inciso?
Emanuela Moroni - Sebbene le categorie professionali che rappresento si confrontino nella maggior parte dei casi con gruppi di italiani e stranieri, che sono relativamente "toccate" dall'invasione digitale, la fascia di mercato dei cosiddetti “individuali” si è decisamente ridotta.
Questi, infatti, nella maggior parte dei casi, oggi si affidano piuttosto alle informazioni che possono scaricare dalla rete e operano scelte in maggiore autonomia utilizzando, ad esempio, le audioguide nei musei o durante la visita di una mostra temporanea.La digitalizzazione però ha dato una maggiore visibità alle nostre figure professionali, sia attraverso i diversi network di prenotazione e portali di varia natura ma anche con i propri siti individuali nei quali ci si ritaglia uno spazio legato alle proprie caratteristiche personali.
Domanda - Si tratta di professioni dove il legame e la conoscenza del territorio è fondamentale ma spesso non è possibile condividerla appieno, nonostante si parli di turismo sostenibile e accessibile. Qual è il suo punto di vista di guida turistica e accompagnatore turistico?
Emanuela Moroni - Il turismo sostenibile e accessibile a tutti si lega a filo doppio con il mio ambito professionale e i corsi di specializzazione che ho voluto frequentare ma anche alla mia vita privata. Vivere nel rispetto del pianeta che ci ospita è un dovere a cui gli esseri umani non possono sottrarsi. Quando veniamo invitati a casa altrui adottiamo tutte quelle regole di cortesia e buona educazione necessarie a creare empatia con gli ospiti rendendo loro gratitudine per ciò che ci hanno offerto. Perché non dobbiamo fare altrettanto con il luogo in cui viviamo e verso cui viaggiamo? Non è forse un dono e un privilegio essere ospiti della natura che ci regala ogni giorno una nuova emozione?
Anche la disabilità sa regalare grandi emozioni che si legano nuovamente al concetto di rispetto per ciò che è “altro da noi”: condurre una visita guidata per gruppi di “diversamenti abili” sposta il focus su ciò che andrebbe migliorato per rendere loro la vita più semplice anche nei momenti di svago e di pieno godimento delle bellezze di un luogo. Le tecniche di comunicazione, la mimica facciale, la voce sono elementi importanti per trasmettere al meglio una spiegazione di un museo o di una piazza ma senza dubbio la sensibilità e una maggiore attenzione alle esigenze di chi è in difficoltà sono fondamentali.
E' vero che siamo in una fase di accresciuta sensibilità verso le tematiche della sostenibilità e accessibilità ma siamo anche drammaticamente lontani da una messa in pratica in Italia di questa maggiore sensibilità.
Calandosi infatti nel linguaggio degli ipovedenti o nelle necessità della disabilità motoria, che ci è richiesto nella nostra professione, accompagnandoli nei nostri centri città o nei musei, ci rendiamo conto di quanto ancora ci sia da fare.
Viaggiando in tutto il mondo vedo però anche realtà peggiori della nostra ma senza dubbio molte migliori che devono essere un esempio.
Domanda - Cosa vuol dire essere Donna nel Turismo oggi e in particolare per Emanuela Moroni.
Emanuela Moroni - Essere Donna nel Turismo significa far parte dell’universo dell’imprenditoria femminile che è assai vasto nel settore turistico a tal punto che, secondo me, addirittura, un maggior numero di “quote azzurre”non guasterebbe. Potrebbero equilibrare piccole sbavature che le donne di tanto in tanto lasciano trapelare.
Ma essere Donna nel Turismo è per me anche un bel simbolo di conquista di un mondo in cui ho sempre sognato di lavorare diventando globe trotter e e lavorando a contatto con culture, lingue e colori della pelle diversi.