Domanda - Paradossalmente sembra che in Italia manchi la cultura dell'ospitalità sulla quale invece fanno leva tutte le nuove realtà o formule ricettive. Si può educare e insegnare l'ospitalità?
Francesco Biacca - Alessio Neri - L'ospitalità a nostro avviso ha due facce: una è quella innata, che ognuno di noi ha dentro e che è caratterizzata dalla sua educazione, dalla storia che ha alle spalle, dal luogo in cui vive e da come la società in cui è immerso intende "l'essere ospitali"; l'altra faccia della medaglia è invece quella più professionale, quella legata al saper cogliere le opportunità e al sapersi rapportare con i propri ospiti, turisti/viaggiatori e, forse, solo in ultima istanza clienti.
Ecco, se la prima è una condizione praticamente innata, la seconda è possibile costruirla ed è uno degli obiettivi più ambiziosi del Festival dell'Ospitalità: far capire agli operatori e professionisti del turismo calabrese e di tutto il meridione che modelli di ospitalità di successo sono possibili grazie ad alcune pratiche e ad alcuni modi di fare che nella rivoluzione della ricettività in atto sono più a portata di mano e, spesso, sono anche le scelte più economiche.
Il punto centrale è il legame con il proprio territorio: tour e attività collegati alla ricettività che consentano di scoprire le piccole curiosità di un luogo fuori dai soliti flussi turistici, l'utilizzo per colazioni e pasti di cibi e prodotti locali e a km0, una rete di collaborazioni con i principali artigiani del territorio per forniture e workshop esperenziali sono solo alcune delle "pillole" di ospitalità che possono essere sicuramente insegnate ad imprenditori e professionisti del turismo proattivi e volenterosi.
Domanda - La Calabria, come del resto tutta l'Italia, è una regione bella e con un potenziale turistico elevato mai concretizzatosi, quali sono le opportunità reali per il turismo nel futuro?
Francesco Biacca - Alessio Neri - Le opportunità della Calabria sono esattamente quelle individuate dal recente piano di sviluppo del turismo italiano stilato dall'ENIT. Piccoli borghi accanto alle principali attrazioni (come Bronzi di Riace e località di mare come Tropea), digitalizzazione dell'offerta e della "narrazione" della destinazione, internazionalizzazione dell'offerta e sicuramente - ma questo ce lo aggiungiamo noi - maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità.
In Calabria esistono 3 parchi naturali montani, all'interno dei quali esistono diverse stazioni sciistiche, tutto il territorio è disseminato di piccoli borghi con una storia unica, sia la fascia ionica che quella tirrenica sono puntellate da località marine da urlo e il cibo è di grande qualità e molto spesso hanno ancora grande rilievo le produzioni iperlocali. La sostenibilità di questo tipo di turismo è un'opportunità imperdibile, probabilmente vanno un attimo messe nel cassetto le velleità di attrazione di turismo del lusso che hanno portato quasi sempre cattedrali nel deserto e vanno approfonditi molto di più gli aspetti relativi al turismo di nicchia, per definizione destagionalizzato.
Alla base di tutto questo, chiaramente, è necessaria una profonda e valida fase di analisi dell'esistente e di progettazione concreta, collaborativa e a lungo termine delle azioni future. In questo senso l'ecosistema digitale è fondamentale per costruire una strategia che possa portare benefici concreti il prima possibile.
Domanda - L'industria del Turismo, quella tradizionale, è in crisi per l'affermazione di nuovi modelli e realtà che partendo dalle singole località sono emerse con forza nel settore dell'ospitalità. E' questa la strada da percorrere?
Francesco Biacca - Alessio Neri - E' di pochi giorni fa la notizia dell'acquisto di AirBnB di una start up francese che mette in connessione esperti locali con i turisti. Sembra chiaro che il colosso dell'ospitalità "non convenzionale" (all'interno della quale ormai sono presenti hotel di ogni ordine e grado, B&B, agriturismi, affittacamere ecc) punta non solo a favorire l'ospitalità ma anche a collegarla con il mercato del tours&activities. Ecco nessuno ha impedito ad un'azienda turistica tradizionale di sviluppare business su questi aspetti e sicuramente molti lo stanno già facendo.
Quello che serve ai tradizionali, così come in tutti i mercati stravolti dall'ecosistema digitale, è re-inventarsi, capire dove stanno le opportunità (perché ce ne sono) dedicarsi al benessere delle proprie nicchie di riferimento e legarsi a doppio filo con il proprio territorio. In fondo le strutture ricettive sono tra i primi ambasciatori di una destinazione e in questo senso a nostro avviso devono sviluppare il loro business e costruire una rete di valore all'interno della propria zona di competenza senza alimentare concorrenza e gelosie, ma collaborando in maniera onesta e sincera.
La rete non è solo uno strumento, è diventato un modo di essere e di fare, anche business e turismo.