Domanda - L'imposta di soggiorno a Palermo era già prevista prima di questo accordo?
Saverio Panzica - Si, era prevista e, inoltre, a fine dicembre 2017 è stata estesa anche ai locatori turistici, provvedimento che ho contestato anche in virtù del fatto che è una delibera di giunta e non di consiglio oltre che perché le locazioni turistiche non essendo strutture ricettive non sono soggette al pagamento dell'imposta di soggiorno.
Con questo provvedimento, in vigore dall'1 gennaio, le tariffe per le attività extra-alberghiere sono state uniformate a 1,50 euro per notte, per le prime quattro notti di permanenza e sono state incluse anche le locazioni brevi di durata inferiore ai 30 giorni, effettuate da soggetti che non esercitano attività d'impresa.
Domanda - Attualmente, dunque, a Palermo l'imposta di soggiorno viene pagata dai locatori turistici, anche quelli che non affittano tramite Airbnb.
Saverio Panzica - Si, come per qualunque altra struttura ricettiva, ovvero con la compilazione di un modulo, un rendiconto mensile etc etc. Il procedimento è abbastanza impegnativo in quanto comporta un impegno giornaliero non indifferente che implica impiego di tempo e di risorse umane ed economiche come succede per le strutture alberghiere ed extralberghiere.
Saverio Panzica - No, a mio parere, l'abusivismo che implica concorrenza sleale e pubblicità ingannevole, deve essere combattuto secondo una mia tesi, più volte indicata: analisi-critica e proposta.
L'analisi deve consistere in una valutazione del fenomeno e delle sue implicazioni sociali ed economiche, perché le locazioni turistiche, in Italia, rappresentano un'offerta ricettiva 4 volte superiore a quella ufficiale certificata dall'ISTAT; la critica consiste nel prendere atto che ci sono pochissimi controlli contro l'abusivismo; la proposta è quella di portare avanti una progetto culturale che indichi ai locatori la strada della legalità per contribuire al gettito fiscale in modo solidale e proporzionale al reddito derivante dall'attività delle locazioni turistiche.