Domanda - Quali le caratteristiche di questo primo semestre 2018?
Francesco Calia - Nel periodo si sono registrate piccole operazioni di importi inferiori ai 50 milioni di euro con circa 25 transazioni in totale.
Tra quelle di rilievo maggiore vi è l'operazione di vendita gestita da noi su Novotel Malpensa e il Radisson Blu Hotel Milano, il La Lama di Roma EUR, maggiore di 50 milioni, la vendita a Belmond del Castello di Casole in Toscana per 39 milioni di euro. Poi il Carlyle Brera di Milano per un importo di poco superiore a 35 milioni di euro e l'hotel Meininger a Roma per oltre 25 milioni di euro.
Le restanti operazioni sono di minore importo e in destinazioni secondarie.
Rimane forte il ruolo degli investitori internazionali che hanno la quota maggiore sul totale dei volumi transati ma risulta anche evidente un ritorno degli investitori nazionali con una ripresa degli investimenti da parte dei medi e piccoli gruppi familiari italiani che hanno un peso maggiore in percentuale in termini di hotel transati.
Domanda - Gli Italiani dunque investono nelle destinazioni tradizionalmente snobbate dagli investitori stranieri?
Francesco Calia - In realtà il ritorno dei gruppi italiani coincide non solo con una ripresa delle performance alberghiere che rende l'investimento più interessante ma anche da una rinnovata bancabilità delle operazioni dovuta agli istituti di credito nazionali che stanno riprendendo a finanziare il settore dando un maggiore accesso al credito.
Non solo, tutto il mercato italiano è oggetto di fortissimo interesse a investire nel settore nel nostro Paese.
Le catene alberghiere hanno fame di acquisizioni in gestione anche in destinazioni secondarie e si stanno attrezzando con nuovi marchi e sottomarchi per entrare in nuovi mercati, anche con conversioni di strutture esistenti o di immobili da uffici in hotel. Sono diverse le operazioni in corso in questa direzione che CBRE sta seguendo.
Domanda - Quale lo scenario futuro per il mercato immobiliare alberghiero in Italia?
Francesco Calia - Siamo al quarto anno di ripresa con una performance che, visto il dato del primo semestre e i deal in corso, ci fa pensare di poter raggiungere a fine 2018 almeno 1 miliardo di euro di transazioni alberghiere.
Il sentiment è estremamente positivo, il mercato alberghiero è in forte fermento con molte opportunità raggiungibili facilmente per diverse ragioni.
Da un lato le catene alberghiere che si stanno muovendo per catturare nicchie con sub marchi, nuovi modelli alberghieri che possono essere replicati in mercati secondari e, infine, la concorrenza sempre più forte di modelli come Airbnb e di tutto l'extralberghiero che fa pressione sul settore e ne aumenta la competitività.
Aumenta dunque il volume di massa degli investimenti potenziali anche per nuove modalità di sviluppo attraverso partnership o affiliazioni. Il mercato è sano e ricco di nuove possibilità che aprono a nuove realtà e nuove destinazioni.