Domanda - Le O.T.A. e i principali intermediari del settore turistico prevedono, in condizioni normali, termini di cancellazione variabili in base all'alloggio e all’arco di tempo dal check-in. Cosa succede invece in questi casi?
Donatella Marino - Data la situazione d’emergenza alcune delle principali OTA (Online Travel Agencies) e dei portali di intermediazione hanno deciso di proporre o imporre una propria posizione. Si veda Booking, che ha applicato la procedura della “causa di forza maggiore” per i viaggiatori provenienti da alcune aree (come Cina, Macao e Hong Kong) soggette alle restrizioni internazionali di viaggio. Nessun tema, quindi, per ora, quanto alla situazione italiana. Diversa la scelta di Airbnb, decisamente più impositiva, che sta intervenendo in alcuni casi direttamente sul rapporto contrattuale concluso tra le parti. Expedia invece dichiara di monitorare la situazione e rinvia alla disciplina delle condizioni generali. Altri operatori e Property Manager si stanno muovendo nei modi più vari, travolti dalle esigenze dei proprietari che hanno affidato loro l’immobile, pregiudicati dalle cancellazioni e dalle difficoltà delle gestioni c.d. “vuoto per pieno”. Alcuni tra quelli meglio strutturati stanno però attenuando molto bene l’impatto grazie all’individuazione di soluzioni alternative di discreta soddisfazione per tutti all’interno della disciplina normativa italiana.
Domanda - Ma sarebbe corretto definire la situazione italiana, in cui si sta diffondendo un virus definito "poco più serio di un'influenza", salvo che per l’elevato potenziale di contagio, come “causa di forza maggiore” che diventa motivo di cancellazione gratuita e restituzione degli importi anticipati? Può cioè imporsi per esempio un intermediario nel rapporto tra Host e Guest con la propria interpretazione eventualmente modificando le politiche di cancellazione decise dall’Host e accettate dal Guest?
Donatella Marino - Il tema è estremamente complesso. In alcuni casi questi operatori prevedono disposizioni che consentono alcuni tipi di intervento nel rapporto tra le parti, compatibili con i principi di alcuni ordinamenti ma non necessariamente anche con il nostro. Da tenere presente peraltro che la disciplina delle O.T.A., intese proprio come Online Travel Agencies, è diversa rispetto a quella dei portali che operano come Market Place o come mandatari di una delle parti. Ogni situazione va esaminata separatamente. Anche l’inquadramento della problematica del Coronavirus che si diffonde in Italia va vista diversamente a seconda del tipo di contratto che lega il turista con il titolare del’alloggio destinato a riceverlo. Per esempio, la posizione dell’Host albergatore che ha ricevuto una prenotazione da un cliente non è quella di un Host locatore privato con il suo conduttore.
Domanda - In che termini la diversità di contratto concluso dall’Host albergatore e dall’Host locatore ha impatto sulle “politiche di cancellazione”? Ci sono regole diverse nei portali e nel nostro ordinamento?
Donatella Marino - Questo è uno dei problemi principali. Nei portali la distinzione tra le diverse fattispecie giuridiche non viene mai presa in considerazione, scelta che genera l’impostazione anche di una medesima disciplina sulle c.d. “politiche di cancellazione”. Al contrario, l’ordinamento civile italiano ha delle precise discipline in proposito, ben diverse tra loro: un conto è la cancellazione di una prenotazione di un pacchetto di viaggio in una struttura ricettiva e un conto è la risoluzione di un contratto di locazione, specie se l’Host è un locatore privato.
Domanda - Cosa possiamo attenderci da questo approccio "confuso"?
Donatella Marino - Portali e Property Manager stanno gestendo l’emergenza al meglio, come tutti. Sarà poi indispensabile che, per evitare un’ondata di contenzioso, adeguino in tempi brevi le loro policy fondate su comprensibili scelte politico-commerciali di carattere internazionale ai principi che regolano l’ordinamento italiano. Sarà necessario prestare la massima attenzione anche alle ricadute civilistiche di un’eventuale errata impostazione, oltreché a un stretto rispetto (ma non al superamento) delle indicazioni delle autorità sanitarie e amministrative italiane e internazionali.