D- Le associazioni di settore sono necessarie soprattutto quando la frammentazione è elevata ma troppe associazioni non rischiano di creare un'ulteriore frammentazione?
Roberto Necci- Federalberghi è per eccellenza l'associazione degli albergatori italiani e quella che dal punto di vista numerico è la maggiormente rappresentativa. Sicuramente è un'associazione che rappresenta un territorio disomogeneo per segmenti (mare, montagna, città d’arte, etc.) con esigenze diverse. L’associazionismo fa veramente molto ma il quadro legislativo è anch’esso frammentato.
D- Qual è il valore e il ruolo che Federalberghi ha oggi nell'attuale contesto economico-politico?
Roberto Necci- Parlare con le istituzioni del Paese Italia è difficile perché viviamo in un contesto in continuo cambiamento nel quale si sono succeduti tanti governi in poco tempo. Se mancano le istituzioni con cui parlare, è difficile il ruolo di un'associazione. Qualche mese fa, per esempio, il nostro territorio ha subito - causa campagne elettorali e cambiamento di giunte - un totale stravolgimento dei vertici (Comune, Regione, etc.). In quel momento effettivamente relazionarsi con le istituzioni era oggettivamente complicato. Da qui anche le difficoltà dell’associazionismo. Federalberghi Roma è sempre stata prontissima a rispondere quando interpellata dai diversi interlocutori ma il problema del frequente cambiamento del quadro istituzionale e delle emergenze che anche questi ultimi debbono affrontare rende spesso le cose non semplici. Federalberghi Roma opera, inoltre, in un contesto complesso. Roma Capitale è oggi una città che vive una forte difficoltà finanziaria e con necessità di gestire un debito la cui consistenza è davvero preoccupante. Vi sono molte emergenze a cui far fronte: scuole, manto stradale, servizi pubblici. Le istanze di Federalberghi Roma vengono “messe insieme“ a una moltitudine di altre istanze. Forse non è chiara una cosa: il “Decreto salva Roma“ serve per far evitare alla capitale il fallimento. Se partiamo da questi dati oggettivi, forse riusciamo a capire la difficoltà di operare in questo quadro.
D- Come è cambiata l'associazione nel corso degli anni?
Roberto Necci- Da associato posso dire che non mi sembra che quando un albergatore si sia rivolto all'associazione non abbia trovato risposta alle sue necessità e dal punto di vista della legislazione, della contrattualistica del lavoro, della fiscalità Federalberghi Roma è senza dubbio un'eccellenza. Sicuramente alcune cose vanno migliorate ma senz’altro sono di più le cose fatte bene. Molto spesso all'esterno si vede solo quello che si è riusciti a ottenere ma se non è chiaro quale era il quadro di partenza e di complessità che si è dovuto affrontare, si ottengono risultati che appaiono non soddisfacenti.
D- Ma Federalberghi Roma cosa fa?
Roberto Necci- Fa tante cose sarebbe la risposta. E qui si evidenziano alcuni paradossi italiani. Da una parte siamo bravi ad enfatizzare i problemi ma dall’altro rifiutiamo spesso il nostro coinvolgimento per risolverli. Mi spiego meglio: quanti associati sanno delle eccellenze in ambito di consulenza del lavoro, consulenza fiscale, amministrativa che gli uffici di Corso Italia sono in grado di offrire? Se da un lato la comunicazione va migliorata, dall’altro bisognerebbe rivoltare la domanda: tu cosa fai per Federalberghi Roma? Se chiedi siamo certi che avremo risposte alle tue necessità. Poi, sicuramente, le problematiche che investono il nostro paese sono molte. Un paese deve sempre avere dei chiari interlocutori istituzionali e i continui mutamenti della scena politica quanto governativa non vanno in questa direzione.
D- Quali sono gli sviluppi futuri?
Roberto Necci- Da parte imprenditoriale dovremmo trovare un nostro piano strategico fatto di pochi ma chiari punti e soprattutto realizzabili in un contesto macroeconomico come quello attuale. Bisogna puntare su un paese che pensi in maniera turistica: infrastrutture, fiscalità e formazione concentrandosi su tre linee di azione trasversali. Le infrastrutture (Aeroporti, Stazioni, Autostrade quanto i servizi di connessione) sono elementi essenziali per l’aumento della domanda turistica e bisogna allineare la fiscalità a quella degli altri paesi. Non è pensabile essere svantaggiati rispetto agli altri quando il turismo è l'unico settore che può trainare l'Italia in un momento in cui la tassazione deprime consumi e investimenti. Sarebbe davvero utile che il governo capisse l’importanza del contributo che il turismo può dare al benessere collettivo, e noi operatori del settore dovremmo uscire dalle contrapposizioni Imprenditori / Lavoratori e ragionare insieme come sistema. Le nostre aziende hanno un grosso patrimonio di professionalità al loro interno e penso sia arrivato il momento di uscire dalle logiche del secolo scorso che vedevano questi mondi in continua contrapposizione. Noi “come sistema“ se non cominciamo a essere uniti non ci salviamo. Agire sulla fiscalità non significa solo “far guadagnare di più le aziende“ significa poter far vivere dignitosamente i nostri collaboratori. Da qui il nostro paese deve ripartire. Spero non rimanga un sogno.