D- Le previsioni meteo condizioneranno davvero la decisione sulla partenza per la montagna nel prossimo inverno 2014/15?
R- Prima di partire per un soggiorno in montagna, gli Italiani consultano assiduamente le previsioni meteo: l’80% all'incirca ricerca informazioni prima della partenza e di questi, 6 su 10 controllano diverse volte le previsioni. Di certo il dato più rilevante è quello relativo al fatto che solo il 46,2% degli Italiani dichiara di partire comunque, anche in caso di previsioni negative.
D- Qual è il legame esistente tra gli Italiani e la ricerca di informazioni sul meteo?
R- Il primo elemento che abbiamo analizzato è relativo alla quota di Italiani che consulta le previsioni meteo prima di partire per un soggiorno in montagna:
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- il 48,1% dichiara di “consultare sempre le previsioni meteo prima di andare in vacanza”,
- il 30,8% che afferma di consultarle “qualche volta”,
- il 15,4% dichiara che “generalmente non consulta le previsioni meteo”,
- solo il 5,8% degli Italiani afferma chiaramente: “non le consulto”.
Per quanto riguarda invece quante volte vengono consultate le previsioni meteo prima di partire per una vacanza:
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- il 60,6% afferma di consultare diverse volte le previsioni meteo nei giorni prima della partenza,
- il 9% di Italiani dice di consultare le previsioni “una volta, alcuni giorni prima di partire”,
- il 5,6% indica di visionare le previsioni meteo solo “il giorno prima della partenza”.
Infine, una quota rilevante di Italiani non ha regole precise: è pari al 22,5% la quota di coloro che affermano di consultare le previsioni “quando capita, senza nessuna regola precisa”.
Tali scelte sono condizionate anche da due ulteriori fattori: la tipologia di soggiorno: tanto più il soggiorno è breve, tanto più è alto il rischio di “abbandono” della vacanza e l’area di provenienza: tanto più l’ospite è residente in aree di prossimità, tanto più si innalza il rischio di annullamento del soggiorno.
D- Cosa succede se le previsioni sono negative?
R- Il dato più rilevante è, di certo, la bassa quota di coloro che decidono di partire comunque, indipendentemente dalle previsioni meteo: solo il 46,2% degli Italiani afferma di “partire comunque”. L’altra quota rilevante è data dal 39,6% dei nostri connazionali che afferma di “aspettare prima di decidere, e controllano nuovamente le previsioni sotto data”. Per il resto, il 6,6% complessivo decide di “non partire” (4,4%) o “annullare la prenotazione” (2,2%), mentre il 4,4% degli Italiani preferisce “rinviare il viaggio” ad altra data.
D- In sostanza, però, per gli Italiani quale livello di affidabilità hanno le previsioni meteo?
R- Certamente non troppo elevato, se è vero che per il 70,8% dei nostri connazionali le previsioni “ogni tanto sbagliano” e per un ulteriore 21,9%, invece, “sbagliano spesso”. E’ pari solo al 5,2% la quota di coloro che affermano che le previsioni meteo sono “sempre corrette”.
D- Quale invece la visione che gli operatori della filiera turistica della Montagna Bianca Italiana che avete intervistato hanno delle previsioni meteo e al rapporto di queste con i propri clienti?
R- Tutti gli operatori turistici affermano che i clienti “consultano le previsioni meteo prima di partire” e gli stessi operatori turistici della Montagna Bianca Italiana affermano che, in caso di previsioni negative, ben il 17,6% dei loro clienti “annulla la prenotazione” e il 26,5% “rinvia il viaggio ad altra data”. Altissima la quota dei clienti che, sempre secondo gli operatori turistici, non parte in caso di previsioni negative: il 20,6% della clientela. Vi è inoltre una quota di clienti che, sempre secondo gli operatori, “aspetta prima di decidere e controlla nuovamente le previsioni” (32,4%), mentre solo il 2,9% dei clienti “parte comunque”.
Infine, sempre secondo gli operatori turistici della Montagna Bianca Italiana, è basso il livello di affidabilità delle previsioni meteo: per il 67,8% di loro le previsioni “sbagliano spesso” e per il 26,3% “ogni tanto sbagliano”.
Per questa ragione, chiedono più attenzione nell’utilizzo dei termini perché vi è spesso un eccesso di allarmismo, ad esempio quando si utilizzano messaggi forti come “allerta meteo”, anche quando ciò non è necessario e meno folklore, perché negli ultimi due anni non c’è stato un anticiclone a cui non sia stato dato un nome, spesso mitologico, come può essere Minosse, Caronte o Lucifero, utile ad ottenere più visibilità ma, di certo, capace di agire negativamente sulla psicologia degli Italiani.