"Tripadvisor - recita infatti la sentenza - non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l'impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le 'tendenze' delle recensioni e non i singoli apporti". "Non si rileva alcun messaggio ingannevole - prosegue il pronunciamento del Tar - in quanto Tripadvisor esplicitamente nel sito evidenzia che non è in grado di verificare i fatti (e quindi la veridicità o meno) delle recensioni, che queste costituiscono mere opinioni degli utenti e che l'affidabilità del messaggio deriva dall'esame di un numero elevato di recensioni per la stessa struttura", e "non essendo possibile verificare i fatti riconducibili ai milioni di recensioni, non si comprende quale nocumento per il consumatore abbia rilevato l'Autorità nelle sua valutazioni conclusive".
Sempre nella sentenza si legge che esiste "un approfondito sistema di controllo concentrato sulle sofisticazioni organizzate a scopo economico, le uniche in grado, in quanto organizzate, di influire sulla media del punteggio relativo alla singola struttura" e questo eliminerebbe il problema della falsità delle recensioni.
Non è d'accordo Federalberghi per la quale questa sentenza piuttosto "conferma l'esistenza di un serio problema, in relazione al quale Tripadvisor, all’ombra di una legislazione lacunosa, continua inspiegabilmente a rifiutarsi di apportare correttivi, che con un minimo sforzo migliorerebbero di molto l'affidabilità del "gufo". Secondo l'Associazione degli Albergatori italiani, "Ne è prova l'ennesimo caso eclatante registrato pochi giorni fa, in cui un ristorante in provincia di Brescia, ma nei fatti inesistente, ha scalato le vette della classifica raggiungendo in un mese il primo posto grazie ad una decina di recensioni taroccate. Comunque, sempre secondo Federalberghi, "Questa vicenda ha tuttavia il merito di aver rivolto al pubblico un messaggio forte e chiaro: l'invito esplicito a non prendere per oro colato tutto ciò che circola in rete, che purtroppo viene spesso inquinato da furbetti e mascalzoni che si nascondono dietro lo schermo dell'anonimato."
Federalberghi conferma la propria disponibilità a collaborare con tutti i siti che pubblicano recensioni, incluso Tripadvisor, con l'obiettivo di far sì che vengano pubblicate solamente vere opinioni, di vere persone, che raccontano una vera vacanza.
Grande soddisfazione invece di TripAdvisor per la sentenza che ribalta la decisione dell’Autorità Antitrust e che, secondo il colosso delle recensioni, "conferma ciò che abbiamo sempre saputo: TripAdvisor rappresenta una risorsa affidabile e preziosa, non contiene alcun messaggio ingannevole rispetto alla fonte delle recensioni e i processi che TripAdvisor utilizza per mantenere l’integrità dei contenuti sono molto efficaci.
Abbiamo fatto appello contro la decisione dell’Autorità Antitrust perché pensavamo fosse irragionevole ed eravamo in forte disaccordo con il suo contenuto. Il TAR del Lazio ha confermato che la decisione dell’Antitrust era assolutamente infondata e di conseguenza ha riconosciuto la validità degli strumenti migliori del settore adottati da TripAdvisor per proteggere il nostro sito dalle frodi.
Milioni di persone utilizzano TripAdvisor ogni giorno per trovare aiuto nel prendere le migliori decisioni per le prenotazioni di viaggio ed essere sicuri di ricavare il miglior valore possibile da quanto guadagnato con fatica. Questa è sia una vittoria per i consumatori sia una conferma dell’impegno di TripAdvisor nell’aiutare a democratizzare l’industria del turismo".