I dati si basano sui prezzi medi degli hotel negli ultimi due anni per il periodo che va da gennaio a dicembre. Le indicazioni delle finestre temporali in cui conviene prenotare sono indipendenti dal mese in cui si soggiorna in hotel. Le piattaforme trivago prese in considerazione sono: Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
Mettendo a confronto l’andamento delle tariffe delle strutture ricettive italiane nei mesi che precedono l’effettivo soggiorno, è emerso che la finestra temporale più conveniente per riservare una stanza d’hotel in Italia sia compresa tra le 3 e le 6 settimane prima. Prenotare oltre i due mesi prima nella maggior parte dei casi comporta il pagamento di tariffe più elevate. In prossimità della partenza si nota inoltre un maggiore risparmio legato alle prenotazioni last-minute rispetto a quelle last-second.
Secondo l’analisi di trivago.it le politiche di revenue management adottate dagli albergatori degli altri principali Paesi europei risultano simili a quelle italiane, pur mostrando qualche discostamento in termini di settimane. Quando si viaggia in Germania, meglio pensare all’hotel tra le 3 e le 4 settimane in anticipo; anche in UK si può approfittare di prezzi più convenienti per una finestra di tempo limitata, in genere tra le 4 e le 5 settimane prima. La Francia sembra premiare le prenotazioni in prossimità della partenza: prezzi concorrenziali anche a 2 settimane dal soggiorno. Al contrario, se si organizza un viaggio in Spagna, meglio riservare l’hotel con oltre un mese di anticipo, tra le 4 e le 7 settimane.
Tendenze confermate anche da un recente studio dell’Osservatorio trivago sulle abitudini dei viaggiatori europei che ha messo in evidenza come il 64,3% tenda a prenotare l’albergo con più di un mese di anticipo rispetto all’inizio della propria vacanza (soggiorno minino di tre notti). In particolare, uno su dieci riserva la propria camera oltre sei mesi prima la partenza. Per i cosiddetti city break – soggiorni di due/tre notti, di solito nel fine settimana – le prenotazioni si concentrano invece nelle quattro settimane precedenti (76,6%).