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Lunedì, 14 Marzo 2016 12:56

Federalberghi: Parity Rate, la decisione al Senato

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Federalberghi: Parity Rate, la decisione al Senato

La X Commissione del Senato si appresta a votare l'articolo 50 del disegno di legge concorrenza. È una norma che pone un freno alle clausole contrattuali imposte dai grandi portali di prenotazione alberghiera in base alle quali gli hotel non possono pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sugli stessi portali (clausole di parity rate o best price).

Con l'approvazione dell'articolo 50, si andrebbero a tutelare i consumatori offrendo loro la possibilità di accedere a tariffe più basse, le imprese, poste in condizione di sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali e l'erario, che verrebbe a beneficiare di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o paradisi fiscali. 

Inoltre, l'articolo 50 restituisce competitività al sistema turistico italiano, allineandolo a quanto è stato già fatto in altri paesi, commenta Federalberghi e, qualora non venisse approvato, si determinerebbe uno squilibrio competitivo tra sistemi, a tutto vantaggio di due Paesi (la Francia e la Germania) che sono tra i principali concorrenti dell'Italia.

In Francia, la legge Macron, in vigore dal 7 agosto 2015, ha sancito la nullità di tali clausole, affermando la piena libertà degli alberghi di riconoscere ai clienti sconti e altri vantaggi tariffari (l'hôtelier conserve la liberté de consentir au client tout rabais ou avantage tarifaire, de quelque nature que ce soit, toute clause contraire étant réputée non écrite).

In Germania, l'Autorità Antritrust (Bundeskartellamt), con decisione del 23 dicembre 2015, ha proibito a Booking.com di utilizzare le clausole di parity rate, ordinandone la cancellazione da tutti i contratti.

Un'analoga decisione, adottata dall'Autorità tedesca nel dicembre 2013 in relazione al portale HRS, è stata confermata dal Tribunale amministrativo di Dusseldorf nel gennaio 2015. Il Bundeskartellamt ha attivato anche un procedimento nei confronti di Expedia, relativo al medesimo argomento.

In Italia, alla Camera, la votazione ha portato un'approvazione della norma a grandissima maggioranza (434 a favore, solo 4 contrari).

Ora tocca al Senato e ai senatori che domani dovranno votare sul ddl concorrenza, l'associazione degli Albergatori italiani chiede di scegliere se confermare, senza alcuna modifica, il testo approvato dalla Camera che allinea Italia a Francia e Germania, oppure tornare indietro, come chiedono Booking e altri, padroni della rete, a danno dei pesci più piccoli.

L'articolo 50 è infatti in discussione e sono tre gli emendamenti che inseriscono la condizione del via libera dell'Unione Europea e sottopongono il tutto al giudizio dell'UE. 

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