Questa volta i riflettori sono accesi sul Customer Service Team del portale, che intimerebbe ai gestori degli hotel di osservare la parity rate in ogni sua possibile declinazione.
Federalberghi ha infatti fornito all'Autorità copia di una e-mail inviata da Booking.com nella quale si afferma: “in base alle politiche di Best Price Guarantee il prezzo riportato sul nostro sito deve coincidere con il prezzo riportato anche su altri portali di prenotazione”.
Dunque, secondo Alessandro Nucara, Direttore Generale di Federalberghi, Booking.com non rispetta neanche le clausole che sono state adottate su proposta dello stesso portale ad aprile 2015 evidenziando l'urgenza che il Parlamento italiano metta completamente al bando le clausole di parity per assicurare in Italia lo stesso livello di protezione vigente in Francia e in Germania a tutela dei consumatori e delle imprese.
“L'abolizione della parity rate -ricorda Nucara- è prevista da un articolo del disegno di legge per la concorrenza ed il mercato, approvato dalla Camera dei Deputati il 6 ottobre 2015. Il Senato dovrà approvarlo nei prossimi i giorni e poi tornerà alla Camera per la definitiva approvazione.
La legge francese è entrata in vigore il 7 agosto 2015, poco più di tre mesi dopo il pronunciamento delle Autorità Antitrust italiana, francese e svedese. Ancora una volta l'Italia procede al piccolo trotto, mentre i nostri concorrenti galoppano”.