L'emendamento AirBnb, così è stato battezzato, non è neanche stato messo ai voti, ritirato dalla deputata PD Silvia Fregolent che lo aveva firmato. La ragione spiegata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi con un tweet: non si alzano le tasse, neanche per AirBnb. Oggi Federalberghi divulga una nota stampa nella quale ribadisce ancora una volta che riguardo ad AirBnb è urgente il varo di misure e chiede il registro delle attività e chiarezza fiscale.
“Il dibattito che in questi giorni si sta sviluppando in merito alla cosiddetta ‘tassa Airbnb’ rischia di distrarre l'attenzione dal bubbone che affligge il mercato turistico italiano, inquinato da centinaia di migliaia di alloggi che operano in completo spregio alla legislazione fiscale e alle altre norme che disciplinano lo svolgimento delle attività ricettive, danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.
Basti considerare che, secondo le stime dell’ultimo Rapporto sul turismo, il numero effettivo delle presenze turistiche potrebbe essere di oltre un miliardo all'anno, quasi il triplo di quelle rilevate dall’Istat.
L'obiettivo non dev'essere quello di introdurre nuove tasse, ma di far sì che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura e rispettino le regole poste a tutela dei consumatori, dei lavoratori, della sicurezza pubblica e del mercato.
Confidiamo pertanto che faccia strada la proposta di istituire presso l'Agenzia delle Entrate un registro di coloro che svolgono attività ricettiva in forma non imprenditoriale, prevedendo che i portali debbano comunicare al fisco gli estremi di ogni transazione al fine di assicurare che anche i furbetti dell'appartamentino paghino le imposte, applicando le stesse regole previste per i contribuenti onesti che adempiono al proprio dovere quotidianamente”.
Il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca