Il Piano, presentato dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini - già approvato all’unanimità dal Comitato Permanente per la promozione del turismo in seduta plenaria (14 settembre 2016), dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano (15 settembre 2016) – ha concluso l’iter parlamentare alla Camera e al Senato rispettivamente il 27 gennaio e il 2 febbraio scorsi, accogliendo le osservazioni emerse nel corso del dibattito, in particolare riguardo all’esplicita attenzione alle aree del terremoto e l’integrazione delle politiche turistiche con quelle di industria 4.0.
Ottenendo approvazione definitiva del Governo, esso diventa, a tutti gli effetti, lo strumento dal quale discenderanno azioni operative, in termini di provvedimenti per il settore che un settore che vale 171 miliardi di euro, pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione e che nell'ultimo anno ha registrato oltre 60 milioni di arrivi internazionali.
I dati degli arrivi complessivi (italiani e stranieri) sul territorio nazionale sono saliti del 50% tra il 2001 e il 2015. Il 52% degli arrivi totali è di provenienza italiana, il 70% degli arrivi internazionali è di provenienza europea (Confturismo-CISET, Cernobbio 2016).
Nel biennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3% degli arrivi, grazie soprattutto al movimento extraeuropeo (+5,8%) (previsioni Confturismo-CISET, Cernobbio 2016 )
Riguardo agli investimenti, il flusso dovrebbe crescere con una media annua dell’1,8% nei prossimi dieci anni, per attestarsi su un valore di 10,9 miliardi nel 2026 (il 3,4% del totale).
Secondo il Country Brand Index (Future brand 2014-2015), turismo e cultura si confermano, per l’Italia, quali principali fattori di attrattività e riconoscibilità.
Il Piano dunque dovrà permettere di delineare le azioni concrete per governare in maniera intelligente e sostenibile la crescita del turismo in Italia nei prossimi anni. E' stato elaborato infatti dall'intero mondo del Turismo che ha condiviso gli orientamenti per un periodo di sei anni e i principali obiettivi e linee di intervento funzionali al raggiungimento della visione proposta. Il Piano si attuerà attraverso revisioni biennali e la predisposizione e l’attuazione di piani annuali.
Sono 4 gli obiettivi fondamentali individuati: diversificare l’offerta turistica, innovare il marketing, accrescere la competitività e migliorare la governance del settore. Gli stessi obiettivi sono poi declinati in 14 obiettivi specifici e 52 linee di intervento. Altri punti fermi della strategia sono: rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, miglioramento della quantità e qualità dell’occupazione, semplificazione del sistema normativo.
Il PST - nato da un confronto tra Ministeri, Regioni, Anci, sindacati, associazioni di categoria, con il coordinamento della Direzione Generale del Turismo- è frutto di un processo di partecipazione e condivisione, avviato con gli Stati Generali del Turismo a Pietrarsa (ottobre 2015 e aprile 2016) e costruito anche con l’utilizzo di strumenti digitali: piattaforma on line, sito web e canali social.
Siamo molto soddisfatti dell’intervenuta approvazione oggi del PST 2017-2022 – ha dichiarato Giorgio Palmucci, Presidente di Confindustria Alberghi.
E’ la prima volta che il turismo ha un piano organico che guarda in modo integrato ai diversi fattori che concorrono allo sviluppo del settore, con una serie di priorità e direttrici condivise dagli attori e dalle istituzioni, coinvolte nel lungo e partecipato processo di elaborazione del piano.
E’ forse proprio la scelta di un percorso “dal basso” uno degli elementi più rilevanti del PST; una modalità certamente nuova ed una opportunità per i numerosissimi che, partecipando alle diverse fasi del processo, hanno vissuto un confronto proficuo ed attento sui temi di una realtà in profondo cambiamento.
Naturalmente il PST da solo non basta a risolvere i problemi ed a cogliere le opportunità del settore, ma è uno strumento fondamentale di pianificazione e programmazione che segna un importante cambio di passo verso una effettiva politica del turismo in Italia.
Non possiamo affrontare i problemi con misure estemporanee – continua Palmucci – come le proposte circolate ancora una volta in questi giorni sul numero chiuso a Venezia.
Dobbiamo avere una strategia di medio e lungo periodo con obiettivi verificati e condivisi, ma anche misurabili per monitorare di anno in anno la “salute” del nostro sviluppo turistico.
Ora si apre una nuova fase, al piano va data immediata concretezza e come operatori del settore siamo pronti a fare la nostra parte.