L’evento rappresenta un appuntamento consolidato per gli operatori del settore, per discutere l’evoluzione dell'Italia come meta turistica mondiale e sulle caratteristiche e il comportamento di vacanza degli Italiani che viaggiano all'estero. L’indagine alle frontiere, condotta a partire dal 1996, ha consentito infatti la costruzione di una banca dati sul turismo degli stranieri in Italia e degli Italiani all’estero che, con circa 120.000 interviste all’anno, rappresenta una fonte di informazioni preziosa per meglio comprendere il turismo incoming e outgoing nelle sue molteplici dimensioni.
Nella prima sessione "LA BILANCIA TURISTICA E I TREND DI SPESA NAZIONALI E REGIONALI", Claudio Doria della Banca d’Italia ha evidenziato come nel 2017 le spese dei viaggiatori stranieri in Italia abbiano raggiunto i 39.155 milioni di euro, con un aumento del 7,7% rispetto al 2016. L’andamento è risultato più dinamico rispetto a quello registrato nel triennio precedente (crescita media del 3,2%). Andamenti positivi delle entrate turistiche sono stati registrati in tutte le macro-aree italiane di destinazione. La provincia italiana con il maggior afflusso di entrate valutarie turistiche dall’estero si conferma Roma (6.743 mln), che ha segnato una crescita del 20,3% rispetto al precedente anno. Anche Venezia e Napoli hanno evidenziato incrementi significativi (rispettivamente +19,4% e +17,8%), mentre per Milano e Firenze le entrate sono risultate in diminuzione (-2,4 e -6,3%).
Guardando ai paesi di origine, aumentano i flussi di spesa provenienti sia dai paesi dell’Unione Europea (+10,0%) sia dai paesi extra-UE (+4,6%). La Germania si conferma la nazione che alimenta le maggiori entrate per turismo in Italia (16,7 % del totale), con un aumento del 14,7 % rispetto al 2016. In crescita anche i flussi di spesa dalla Francia (+6,9%), dal Regno Unito (+4,5%), dalla Svizzera (+6,1%); in lieve contrazione quelli provenienti dagli Stati Uniti (-1,7%).
Per quanto concerne i flussi outgoing, le spese degli italiani per viaggi all'estero (in totale 24.557 milioni di euro) hanno proseguito, con maggiore intensità, la recente tendenza positiva, con un aumento dell’8,9 % rispetto all’anno precedente. In termini reali, la spesa turistica in uscita ha per la prima volta superato i valori pre-crisi. Tra le principali destinazioni, variazioni positive hanno riguardato gli Stati Uniti (+2,9%), la Spagna (+15,6%), la Germania (+4,9%), mentre una lieve diminuzione ha interessato la Francia (-0,9%) e la Svizzera (-2,0%); più decisa la flessione per il Regno Unito (-8,4%).
Con riferimento all’economia turistica, i dati presentati da Mara Manente del CISET mostrano un'ulteriore significativa crescita del turismo internazionale rispetto al 2016, che si è tradotta in 41,3 miliardi di valore aggiunto (considerando gli effetti indiretti e indotti). L’incremento di ricchezza prodotta è pari al +6,5% reale, contro un aumento del PIL italiano di +1,5%. Le entrate per turismo internazionale, inoltre, trainano il settore e l’intera economia nazionale, con una dinamica appena superiore a quella dell'export complessivo: +7,7% contro +7,3%.
Focalizzando l’attenzione sull’economia turistica regionale, la ricchezza generata dal turismo rimane polarizzata nelle prime 5 regioni turistiche (Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana e, per la prima volta, Campania), che concentrano il 67% della spesa dei turisti internazionali ed il 62% del valore aggiunto turistico. Grazie alle buone performance di Campania, Puglia e Sicilia, le quote di spesa e di ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del Sud si consolidano, raggiungendo rispettivamente il 13% e il 16,6%.
A questi risultati corrispondono performance territoriali differenziate, ma con alcuni tratti comuni: il trend decisamente positivo del fatturato generato dal turismo culturale tradizionale, che supera i 15,5 miliardi (+11,4%); la conferma degli ottimi risultati per il turismo balneare (5,5 mld di euro, +11%); la dinamica a due cifre per la vacanza verde, attiva ed enogastronomica (+11,7% del fatturato, che ha così superato il miliardo). Molto positivi, infine, anche i risultati per la montagna che, con 1,4mld di fatturato, registra nel 2017 un buon recupero dopo le difficoltà del biennio precedente.
Riguardo ai principali bacini di origine dei vacanzieri internazionali, ottimi i risultati registrati dal Nord Europa (+11,2%) e dalla Spagna (+12,4%). Negativo il trend, invece, per Regno Unito, Francia e Svizzera. Per il mercato tedesco, il 2017 è stato l'anno del soggiorno culturale, sia tradizionale che improntato ad un'esperienza di degustazione e di vacanza attiva (1,6mld di fatturato, +23%), di poco inferiore al valore della vacanza balneare (intorno a 1,7mld, +20%). Buono anche l’apprezzamento dei tedeschi per la montagna italiana, dove si sono concentrati quasi 0,6mld di spesa.
Sul fronte extraeuropeo, si rafforzano e consolidano le fasce ad alta propensione alla spesa tra i clienti giapponesi (+16,4%) e statunitensi (+1,8%), la cui spesa media si aggira, rispettivamente, sui 254 Euro e sui 173 Euro giornalieri. Buono, infine, il recupero dai paesi BRIC: le entrate crescono del +23%, grazie alla ripresa di tutti i mercati, in particolare ilo russo (+37,8%), che comunque risulta ancora al di sotto dei livelli raggiunti nel 2014. Ottimo e pari al +12% il trend delle entrate sia dal mercato cinese che brasiliano.
Emanuele Breda della Banca d’Italia ha illustrato i risultati del lavoro “Il turismo internazionale dell’Italia: recenti tendenze, domanda potenziale e confronto con i principali concorrenti europei”, redatto con Rita Cappariello e Valentina Romano.
Il saldo della bilancia dei pagamenti turistica (entrate – uscite) è l’unica voce storicamente in attivo del conto corrente dell’Italia (nel 2016, pari allo 0,8% del PIL).
Dopo una prolungata e intensa contrazione nel periodo successivo alla crisi globale del 2008-09, la quota dell’Italia sulle entrate turistiche mondiali si è ridotta a un ritmo meno intenso, attestandosi nel 2016 sul 3,4%. Tale andamento è dovuto anche all’accelerazione dal 2010 in poi, rispetto al decennio precedente, delle esportazioni italiane di servizi turistici, che hanno recuperato i livelli pre-crisi, risultando nel 2016 superiori di oltre un quinto rispetto al 2010 nella valutazione a prezzi correnti. La crescita delle entrate turistiche in Italia è stata meno vivace di quella registrata in Spagna, ma superiore a quella della Francia, che nel biennio 2015-16 ha risentito degli attacchi terroristici nel paese.
Inoltre, dal 2010 le entrate turistiche dell’Italia a prezzi correnti sono cresciute quasi al ritmo della domanda proveniente dai tradizionali bacini geografici di riferimento. La dinamica risulta tuttavia molto differenziata a livello geografico: più sostenuta nel Sud e nelle Isole – l’unica area dove le entrate sono cresciute più della domanda estera rivolta al territorio – e nel Nord Ovest, relativamente più contenuta nel Centro e nel Nord Est.
Il contributo del Mezzogiorno alle entrate turistiche complessive rimane tuttavia limitato e inferiore anche all’incidenza dell’area in termini di PIL.
La seconda sessione DIMMI DOVE DORMI E TI DIRO’ CHI SEI: STRANIERI E ITALIANI A CONFRONTO ha, invece, focalizzato l’attenzione sul comportamento dei turisti che fanno vacanza in Italia e, in particolare, sulla scelta dell’alloggio, andando a delineare il profilo dei turisti stranieri e italiani in Italia che optano per un hotel o per un alloggio in affitto prenotando la struttura sul Web, tramite OLTA (OnLine Travel Agencies, come Booking, Expedia, ec.) o altre piattaforme specializzate (es. AirBnb, Homeaway, ecc.)
Il turismo incoming che prenota online è stato l’oggetto della presentazione di Valeria Minghetti del CISET. Secondo i dati forniti dall’indagine della Banca d’Italia, 6 turisti incoming su 10 dormono in hotel e strutture simili, mentre il 10% preferisce un alloggio in affitto, e l’incremento di quest’ultimi è stato decisamente superiore tra 2016 e 2017 (+16,7% contro +4,2% negli alberghi).
Il 52% dei turisti alberghieri prenota via Internet e, di questi, il 58% utilizza OLTA e altre piattaforme online; l’incidenza del Web e di queste piattaforme sale al 67% tra coloro che dormono in alloggi in affitto.
Focalizzando l’attenzione sui clienti che utilizzano questi canali, il rapporto tra vacanzieri che prenotano un hotel e quelli che optano per un alloggio in affitto è di circa 4:1 (6,4 mln vs. 1,5 mln, in termini di turisti, 4,4 mld Euro vs. 1,0 mld Euro, in termini di spesa a destinazione). Il 58% dei turisti alberghieri che prenotano tramite OLTA e altre piattaforme provengono da Germania, Francia, UK, USA e Spagna, e l’incidenza di tali paesi sale al 67% nel caso di affitto di un appartamento o di altro tipo di alloggio. Interessante è notare come, rispetto alla media incoming, sono soprattutto i britannici, gli spagnoli e i francesi a preferire l’affitto.
Ma la scelta dell’alloggio è correlata anche al tipo di vacanza, al livello di conoscenza del nostro Paese e al gruppo di viaggio.
Sempre secondo i dati Banca d’Italia, tra i vacanzieri stranieri che prenotano tramite OLTA e altre piattaforme l’hotel è nettamente preferito per un soggiorno ai monti oppure una vacanza sportiva, mentre la scelta dell’alloggio in affitto cresce in proporzione nel caso di un soggiorno balneare o enogastronomico.
Chi meno conosce l’Italia punta a sentirsi maggiormente “a casa”: il 30% dei vacanzieri che prenotano online un alloggio in affitto non è mai stato in Italia, contro il 26% di chi sceglie l’hotel. E la preferenza per l’albergo pare aumentare man mano che la frequentazione del nostro Paese cresce (almeno 2 volte in Italia).
Ma anche la composizione del gruppo di viaggio influisce sulla scelta dell’alloggio: i ‘solo traveller’, ossia gli stranieri che viaggiano da soli in Italia (pari al 27% di coloro che prenotano una vacanza nel nostro Paese su OLTA e altre piattaforme) tendono in proporzione a prediligere maggiormente le strutture extralberghiere rispetto a chi viaggia in compagnia (44% vs. 39%) e gli alloggi in affitto concentrano circa un terzo degli arrivi extralberghieri.
Considerando, infine, la spesa media per l’alloggio sostenuta da chi prenota tramite OLTA e altre piattaforme, questa si aggira, nel caso dell’hotel, sui 305 Euro a testa per l’intero soggiorno, corrispondenti a 57 Euro a notte, mentre per l’alloggio in affitto, rispettivamente, sui 286 Euro e 41 Euro. La distribuzione della spesa totale a destinazione risulta, invece, abbastanza omogenea, indipendentemente dalla struttura ricettiva scelta: l’alloggi copre circa il 43-44% delle spese totali, mentre il 25-26% sono appannaggio della ristorazione ed il 13-14% dello shopping.
Per quanto riguarda il turismo degli Italiani in Italia, Mascia Di Torrice di ISTAT ha illustrato il comportamento di scelta dell’alloggio da parte dei vacanzieri italiani in Italia, a partire dai risultati provvisori 2017 dell’Indagine su Viaggi e Vacanze degli Italiani che, a differenza dell’indagine Banca d’Italia, fornisce dati sul numero di viaggi e sui pernottamenti effettuati dagli Italiani nel nostro Paese. Considerando gli alloggi a pagamento, nel 2017 il 30% delle vacanze viene trascorso in alberghi, villaggi turistici e strutture collettive similari (23% dei pernottamenti), il 15% circa in altre strutture collettive, inclusi i Bed&Breakfast (12% delle notti). Le abitazioni/stanze in affitto rappresentano, invece, l’8% circa dei viaggi per vacanza e l’11,5% delle notti. Le vacanze in quest’ultima tipologia di alloggio sono quasi raddoppiate tra il 2016 e il 2017 (anche in termini di notti). Circa il 64% delle vacanze totali viene prenotato via internet (direttamente o tramite OLTA: +47% rispetto al 2015): l’incidenza scende al 61% nel caso di vacanze in albergo/villaggio (+22% in tre anni), mentre sale al 67% nelle altre strutture collettive (+43% in tre anni) e 69% negli alloggi in alloggi in affitto (quadruplicato in tre anni).
La durata media per le vacanze in Italia prenotate via Web è di 4 notti per gli alberghi, i villaggi turistici e le strutture collettive similari, di 3,8 notti per le altre strutture collettive, mentre sale a 7,9 notti per gli alloggi in affitto. Tra gli alloggi prenotati via internet, quelli in affitto sembrano essere preferiti per le vacanze al mare o in montagna/collina rispetto a soggiorni in città: la frequenza di utilizzo è del 55% nel primo caso e del 43,6% nel secondo caso, mentre si attesta al 28,7% in città (risposta multipla). Anche tra coloro che prenotano alberghi/villaggi via internet le vacanze al mare sono prevalenti (48%), anche se aumenta in proporzione l’incidenza delle vacanze in città d’arte (34,3%). Lo stesso discorso vale per le altre strutture colettive (44% mare e 36% città).
Il 20,6% delle vacanze prenotate sul Web è appannaggio dei ‘solo traveller’, mentre il 79,4% è trascorsa in compagnia. A differenza dei turisti stranieri, i turisti italiani che viaggiano da soli sembrano preferire gli hotel (66,7%), mentre tra coloro che viaggiano in compagni l’incidenza di tali strutture è del 55%, a fronte di una quota pari al 18,5% degli alloggi in affitto. In particolare, la preferenza per gli alloggi in affitto è più elevata se il “travel party” è numeroso: le abitazioni/stanze in affitto ospitano infatti gruppi di almeno 4 persone nel 52,7% delle vacanze prenotate.