Per Federalberghi "la lotta all’abusivismo nel settore turismo (locazioni brevi) giunge ad un punto di svolta con il codice identificativo di cui ringrazia il Ministro Centinaio". Per Prolocatur e Confedilizia si tratta di un ulteriore adempimento per i proprietari di immobili. Insomma, l'eterno conflitto non si placa e la ragione è che forse il problema non viene mai affrontato alla radice. Da una parte ci sono strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere e dall'altra immobili che non sono strutture ricettive ma che a esse vengono equiparate perchè vendute negli stessi canali, perchè il cliente non ha la possibilità di distinguerle, perchè il confine tra l'attività di locazione (godimento alloggio) e quella dell'ospitalità (che tra l'altro include l'offerta di servizi) non è opportunamente distinta e applicata.
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca esprime apprezzamento e gratitudine rispetto alla presentazione di un emendamento al decreto crescita che prevede un codice identificativo che "consentirà di migliorare l’offerta turistica, realizzando un mercato più trasparente, a tutela dei consumatori, dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dell’erario.
L’emendamento prevede che tutte le strutture ricettive, inclusi gli immobili destinati alle locazioni brevi, vengano iscritte in una banca dati istituita presso l’Agenzia delle Entrate. Ad ogni struttura sarà assegnato un codice identificativo, che dovrà essere pubblicato obbligatoriamente in tutte le forme di comunicazione rivolte al pubblico.
"Strumenti analoghi sono stati introdotti con buoni risultati in tutto il mondo", ricorda il presidente Bocca citando i casi di Parigi, Barcellona, Buenos Aires, Toronto, Germania, Grecia, Svezia e Croazia – "e confidiamo che anche in Italia contribuiscano alla bonifica del mercato, in favore di tutte le strutture, di tutti i generi, che operano nel rispetto delle regole, per una concorrenza sana, trasparente e leale”. Questa proposta "costituisce il primo passo di un percorso strategico, che deve proseguire introducendo un set minimo di norme di tutela del turista, in materia di igiene, sicurezza, prevenzione incendi, etc. che Federalberghi ha chiesto di adottare in occasione della recente audizione parlamentare sul disegno di legge delega sul turismo”.
Sul Codice identificativo affitti brevi, "di cui si apprende dalla stampa che potrebbe essere introdotto con un emendamento al decreto crescita", Prolocatur evidenzia come "si andrebbe a introdurre l’ennesimo adempimento a carico dei proprietari che intendono mettere a reddito il proprio immobile concedendone il godimento per brevi periodi anche a turisti che visitano il nostro Paese". Sottolinea ancora la nota dell'Associazione dei Proprietari di Alloggi in Locazione Breve, che questo ulteriore adempimentolo che appare come una richiesta di tutto il mondo del turismo, "è invece sempre stata fatta a gran voce solo dalle associazioni degli albergatori e dei commercianti, che chiedono adempimenti per gli altri anziché semplificazioni per sé. Sebbene la nuova misura interessi circa 400.000 proprietariche su tutto il territorio nazionale danno in locazione breve i propri appartamenti, costoro non sono mai stati ascoltati, nonostante le formali richieste rivolte direttamente al Ministro Centinaio fin dallo scorso mese di ottobre e alla X Commissione attività produttive della Camera dei Deputati nello scorso mese di maggio.
Ricorda ancora Prolocatur come "I proprietari non sono mai stati contrari alla comunicazione dei dati dei contratti di locazione breve da essi stipulati e neppure all’obbligo di utilizzare codici identificativi negli annunci pubblicitari. I proprietari comunicavano alle questure le generalità dei propri inquilini già prima che il decreto sicurezza, alla fine dello scorso anno, precisasse che gli obblighi di cui all’articolo 109 TULPS dovevano intendersi fare carico anche ai proprietari/locatori. I proprietari, che non hanno mai chiesto vincoli e limiti per altri, hanno sempre invocato semplificazioni. I proprietari da mesi hanno pronto un progetto di “COMUNICAZIONE UNICA” che prevede di riunificare attraverso un apposito portale nazionale, tutte le comunicazioni che i proprietari già oggi sono tenuti ad effettuare a diversi uffici della pubblica amministrazione (comuni, province, regioni, questure, istat, agenzia delle entrate).
Solo poche settimane fa la Corte Costituzionale con la sentenza 84/2019 ha stabilito che sia di competenza delle Regioni “creare una mappa del rilevante fenomeno della concessione in godimento a turisti di immobili di proprietà e ciò al fine precipuo di esercitare meglio le funzioni di promozione, vigilanza e controllo sull’esercizio delle attività turistiche” e che a tal fine le Regioni possano chiedere ai locatori di munirsi di un apposito codice identificativo da utilizzare nella pubblicità e nella promozione della propria offerta. Ora lo Stato, al fine di evitare eventuali evasioni o elusioni fiscale, si accinge a chiedere ai locatori di dotarsi di un ulteriore codice identificativo e ad iscriversi in un’ulteriore banca dati presso l’Agenzia delle Entrateche va ad aggiungersi ad analoghe iscrizioni presso il portale AlloggiatiWeb del Ministero dell’Interno, presso i portali regionali per la raccolta dei dati statistici, presso i comuni per gli adempimenti relativi alla riscossione dell’imposta di soggiorno, presso i registri comunali, provinciali e regionali previsti dalle diverse leggi regionali in materia di turismo.
Si sottolinea dunque come "Nel programma del Governo del Cambiamento sono previsti anche interventi finalizzati alla semplificazione degli adempimenti e, invece, ci si appresta ad introdurne di nuovi e si ribadisce la disponibilità al confronto auspicando di essere ascoltati per poter illustrare la propria proposta di “comunicazione unica”.
Nella dichiarazione del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, "L’emendamento al decreto crescita in materia di affitti brevi desta forti perplessità. In esso si prevede, fra l’altro, che presso il Ministero dell’agricoltura e del turismo sia istituita una banca dati delle strutture ricettive ‘nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi’, che dovrebbero dotarsi di un apposito ‘codice identificativo’. Dato che in Italia non esiste la categoria degli ‘immobili destinati alle locazioni brevi’, la norma impone di fatto un ennesimo adempimento a carico di circa 32 milioni di abitazioni. Ciascuna di esse, infatti, può essere in ogni momento destinata, fra l’altro, alla locazione breve, per specifiche esigenze transitorie degli inquilini, siano essi lavoratori, studenti, familiari di persone degenti in ospedale, turisti. Poiché non riteniamo che il Governo abbia queste intenzioni, auspichiamo che possa rimettere mano al testo presentato".
Se l’obiettivo è quello di accrescere il controllo sulle locazioni brevi, ricorda ancora il Presidente di Confedilizia, "per effetto del decreto Salvini in materia di sicurezza – coloro che locano (o sublocano) un immobile anche per un solo giorno, sono tenuti, entro 24 ore, a dare comunicazione dei dati degli ospiti alle Questure, pena l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro. In precedenza, con il decreto-legge 50 del 2017, si era previsto l’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle entrate – da parte degli agenti immobiliari e dei portali on line – dei dati relativi ai contratti di locazione breve che vengono conclusi con il loro intervento nonché, qualora gli stessi incassino i canoni o intervengano nel pagamento, l’obbligo di effettuare una ritenuta d’acconto.
Adempimenti e sanzioni, insomma, sono già molti e rilevanti. Dovrebbero, anzi, essere semplificati e armonizzati. Ma per far questo bisognerebbe smetterla di guardare agli affitti brevi con sospetto e coglierne invece le mille implicazioni positive per l’economia italiana, compresa la rinascita dei nostri borghi abbandonati (oltre a rappresentare un aiuto per i proprietari gravati dalla patrimoniale Imu/Tasi da 21 miliardi di euro l’anno)”.
In una nota di Confindustria Alberghi sul Decreto Crescita, emerge poi anche il tema dell'imposta di soggiorno su cui si chiedono non solo più controlli ma si sottolinea l'urgenza di una revisione organica della materia, a quasi dieci anni dalla prima reintroduzione dell’imposta di soggiorno in Italia. "In questi anni più volte siamo intervenuti segnalando criticità e preoccupazioni.", sottolinea la nota stampa.
Così commenta dunque l'Associazione Italiana Confindustria Alberghi: " In una recente lettera al Ministro Centinaio, ferma restando l’ambizione che questa imposta possa essere abolita, abbiamo sostenuto l’esigenza di una revisione organica della materia. È di queste ore la notizia che la vice Ministro Castelli ha chiesto l’inserimento nel Decreto Crescita di una norma volta a rendere più stringenti i controlli. Certamente è importante garantire l’adempimento, ma va sottolineato che l’intero sistema delle verifiche, dei controlli e delle sanzioni ha bisogno di essere profondamente rivisto.
L’albergatore, oltre ad essere chiamato a svolgere un’attività di riscossione per conto del comune – attività che non viene in alcun modo né riconosciuta né remunerata – è per giunta soggetto ad un sistema sanzonatorio particolarmente afflittivo. Va sottolineato infatti che in quanto agenti contabili, eventuali versamenti errati o mancanti anche solo parziali, si configurano come peculato e quindi perseguibile penalmente, cui si aggiungono le sanzioni amministrative previste dai regolamenti comunali. Un aspetto questo da monitorare ed approfondire anche in considerazione del fatto che il Consiglio di Stato è recentemente intervenuto in un caso evidenziando alcune contraddizioni in merito ai provvedimenti sanzionatori. Dobbiamo inoltre sottolineare che allo stato attuale il sistema dei controlli si concentra principalmente se non esclusivamente sulle imprese alberghiere, mentre le altre tipologie di ricettivo – pur rappresentando ormai una quota estremamente rilevante del mercato – sono toccate solo marginalmente dal fenomeno.
È quindi importante rivedere il quadro complessivo della materia per garantire l’efficacia del controllo per tutte le tipologie di soggetti tenuti e un sistema sanzionatorio equo."