Ed è proprio Federalberghi che esprime apprezzamento per il pronunciamento del Consiglio di Stato e che ricorda la sentenza del Tribunale penale di Lecce di alcuni mesi fa, "che ha definito un crimine il fatto di scrivere recensioni false sotto falso nome e ha inflitto nove mesi di carcere a uno “spacciatore” di fake reviews, che scriveva e vendeva recensioni false utilizzando un’identità falsa”.
Per Federalberghi, infatti, "Il primo passo che i portali devono compiere per radicare un sistema in cui prevalgano le vere recensioni, scritte da veri clienti, che raccontano una vera esperienza, è un deciso STOP alle recensioni anonime e ai nickname di comodo. Ognuno dev’essere libero di esprimere la propria opinione. Ma le persone che leggono la recensione e l’azienda che viene recensita hanno diritto di conoscere la reale identità dell’autore e di sapere se sta raccontando frottole o un’esperienza autentica”.
Continua dunque la battaglia sulla sempre contestata mancanza di recensioni verificate e nominative che contrasta con la politica di TripAdvisor riguardo l'anonimato delle recensioni e il diritto di ciascuno di poter esprimere un'opinione riguardo a un'esperienza, senza limitarlo a chi abbia pagato il conto.
Intanto, stavolta il conto, salato, deve pagarlo proprio il colosso delle recensioni che riferisce la propria posizione a riguardo con questa dichiarazione: "Milioni di consumatori italiani si fidano di TripAdvisor e a ragione: la loro personale esperienza nell’utilizzo del sito ha dimostrato loro che è utile e accurato. Niente nella sentenza indebolisce questo fatto. Il Consiglio di Stato ha confermato che non ci sono prove che TripAdvisor abbia ingannato i consumatori e non solo non richiede a TripAdvisor di cambiare alcunché sul sito ma l’unica azione richiesta è da parte dell’Antitrust, che deve ora restituire l’80% della multa che ci aveva ingiustamente imposto nel 2014.
Siamo davvero orgogliosi della community che abbiamo costruito negli ultimi 19 anni. Le recensioni e fotografie sincere hanno reso la pianificazione dei viaggi più facile che mai e hanno aiutato milioni di viaggiatori nel mondo a fare i migliori viaggi possibili. Secondo uno studio recente su come gli utenti del sito utilizzano le recensioni*, il 91% degli italiani intervistati ha affermato che le recensioni di TripAdvisor sugli hotel riflettono accuratamente la loro esperienza e il 93% che le recensioni dei ristoranti riflettono accuratamente la loro esperienza.
Non diamo per scontata questa fiducia: investiamo una ingente quantità di risorse e persone per proteggere il sito da recensioni non autentiche e il nostro team è molto efficace nell’individuare i tentativi di frode.
La sentenza dell’anno scorso del Tribunale di Lecce è un chiaro esempio del nostro forte impegno nel combattere le frodi: costituendosi parte civile, TripAdvisor è stato determinante nel procedimento contro un individuo che aveva tentato di scrivere false recensioni, inclusi la condivisione delle prove raccolte dal nostro team interno di investigazione frodi e il supporto legale fornito dai nostri consulenti italiani.
Inoltre, dal 2016abbiamo intrapreso azioni contro più di 100 società di recensioni a pagamento in tutto il mondo per fermare le loro attività e adottiamo misure severe per penalizzare le strutture sorprese a utilizzare tali servizi per ingannare i consumatori.
Per quanto riguarda l’anonimato delle recensioni, lo permettiamo sul sito perchériteniamo sia importante rispettare il diritto alla privacy dei nostri membri. Come nelle elezioni dove non è richiesto di scrivere il proprio nome sulla scheda di voto, crediamo che dare la possibilità alle persone di condividere in forma anonima le proprie opinioni fornisca un forum più idoneo a ricevere feedback onesti e senza il timore di ritorsioni. L’utilizzo di uno username online è un principio riconosciuto in questo ambito, impiegato da molti social network e noi non facciamo eccezione. Tuttavia, su TripAdvisor i visitatori possono vedere le informazioni di qualunque recensore, come dove è basato, quante recensioni ha scritto, quali luoghi ha visitato, quanti voti utili ha ricevuto dalla nostra community e spesso la foto stessa del recensore."
I CLAIM CONTESTATI
(stralcio dalla sentenza del Consiglio di Stato 15 luglio 2019, n. 04976)
L’Autorità Garante della Concorrenza e de Mercato ha contestato, in particolare, la rilevanza ingannevole dei seguenti claim pubblicati sul sito internet di Tripadvisor:
a) “Non importa se preferisci le catene alberghiere o gli hotel di nicchia: su tripadvisor puoi trovare tante recensioni vere e autentiche, di cui ti puoi fidare. Milioni di viaggiatori hanno pubblicato on-line le proprie opinioni più sincere su hotel, bed & breakfast, pensioni e molto altro”;
b) “Vuoi organizzare un viaggio? Passa prima su TripAdvisor. I viaggiatori della community di TriAdvisor hanno scritto milioni di recensioni sulle loro vacanze migliori e peggiori che ti aiuteranno a decidere cosa fare. Nelle nostre guide gratuite puoi trovare i preziosi consigli e le foto dei viaggiatori per guidarti alla scoperta delle più importanti mete di viaggio”;
c) “Scarica le nostre guide di viaggio gratuite e scoprirai i consigli dei viaggiatori su attrazioni turistiche, hotel, ristoranti e luoghi di divertimento”;
d) “TripAdvisor offre consigli di viaggio affidabili, pubblicati da veri viaggiatori”;
e) “Ottieni le recensioni e le opinioni dei viaggiatori sugli hotel delle città più visitate”;
f) “(numero) persone hanno scritto una recensione su questo hotel”, “Cosa dicono i viaggiatori di (Città)”.