Tra le motivazioni, innazitutto, l'ulteriore appesantimento di un comparto produttivo già ipertassato e sottoposto a una aliquota fiscale che non ha eguali; la possibilità di ricadute non solo sul comparto ricettivo ma sull'intera economia cittadina; il rischio di ricadute sul personale con riduzioni dovute alla contrazione della capacità reddituale delle imprese; l'impatto negativo sull'immagine e quindi la minore competitività a livello internazionale; la nascita di un contenzioso internazionale con i tour operators per contratti già sottoscritti.
Del resto, sottolinea l'Associazione, l'alternativa ci sarebbe. Per esempio, l'inasprimento della lotta all'abusivismo che consentirebbe di incassare l'attuale tassa di soggiono che viene evasa, o l'introduzione di una city tax su tutte le transazioni degli operatori del territorio, non solo quelli della filiera turistico-ricettiva, facendo contribuire tutti coloro che impattano sulla città e ne usufruiscono senza pernottarvi.