“Non si tratta di piccoli cambiamenti – ha detto il ministro Franceschini - gli italiani si aspettano da questo Governo riforme importanti e la riorganizzazione del Mibact è una grande rivoluzione che ci consentirà di investire sull’incredibile patrimonio culturale che possediamo”.
La riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo trae origine, dalle politiche di spending review attuate da ultimo con il decreto legge n. 66 del 2014. In base ai tagli operati nel 2012-2013, infatti, ogni Ministero era tenuto a dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni di pianta organica. Il MIBACT adempie, finalmente, a tale obbligo e ridisegna se stesso in modo fortemente innovativo, riducendo le figure dirigenziali. L’adeguamento ai numeri della spending review è divenuto perciò l’opportunità per intervenire sull’organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che da decenni segnano l’amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti:
1) l'assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo;
2) l'eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia;
3) il congestionamento dell’amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni;
4) la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limitano grandemente le potenzialità;
5) il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.
La riforma è stata costruita innanzitutto per risolvere questi cinque “nodi” e può essere quindi descritta lungo sei linee di azione: 1) una piena integrazione tra cultura e turismo; 2) la semplificazione dell’amministrazione periferica; 3) l’ammodernamento della struttura centrale; 4) la valorizzazione dei musei italiani; 5) la valorizzazione delle arti contemporanee; 6) il rilancio delle politiche di innovazione e di formazione e valorizzazione del personale MIBACT.
Nel complesso, la riorganizzazione propone il taglio di 37 dirigenti (6 di I fascia, 31 di II fascia).
Per quanto riguarda in particolare, il punto 1, quindi assicurare la piena integrazione tra i due ambiti strategici di intervento del Ministero, cultura e turismo, in linea con quanto previsto con il recente decreto legge n. 83 del 2014, vengono potenziati i collegamenti tra gli uffici operanti nei due settori:
1) le Direzioni regionali, trasformate in uffici di coordinamento amministrativo, sono dotate di specifiche competenze in materia di turismo, rafforzando l’interazione con Regioni ed enti locali, nonché di promozione delle attività culturali;
2) le Direzioni generali centrali competenti per i beni culturali sono arricchite di funzioni rilevanti anche per il turismo, come ad esempio la realizzazioni di itinerari e percorsi culturali e paesaggistici di valenza turistica;
3) le competenze della Direzione generale Turismo sono aggiornate per assicurare la massima integrazione tra i due settori.