Si tratta di una scelta che, ancora una volta, non tiene alcun conto delle dinamiche del mercato turistico che pure potrebbe costituire un importante chiave di sviluppo ed occupazione per la città.
Ancora una volta dobbiamo ricordare che – non a caso – i nostri principali competitor non applicano l’imposta di soggiorno (Londra, Madrid), oppure quando lo fanno, si attestano su livelli di gran lunga più contenuti (Parigi 1,50 euro).
Viene naturale chiedersi quali servizi la città di Roma metta a disposizione dei turisti per giustificare un prelievo forzoso di queste dimensioni.
Non c’è dubbio che una scelta del genere non potrà non avere ripercussioni negative sulle imprese, ma anche sull’immagine stessa della città.
Un prezzo molto alto da pagare, che i supposti incassi derivanti da questo aumento, sarebbero ben lontani dal compensare.”