La crisi derivante dalla pandemia è costata al settore turistico italiano ventotto miliardi di euro, un punto e mezzo della ricchezza nazionale. Si sono persi circa 90mila posti di lavoro, con una forte componente femminile. Particolarmente penalizzate le città d’arte con cali di presenze fino all’84% di Firenze. La presenza di turisti stranieri è calata di oltre due terzi, con danni soprattutto all’economia del centro Italia.
Il Rapporto 2021 sul mercato immobiliare alberghiero di Scenari Immobiliari rivela che a livello europeo nel 2020 il mercato ha toccato il minimo del secolo con 12 miliardi di euro transati (meno 68% sull’anno precedente). È in corso una ripresa che dovrebbe portare gli scambi a 19 miliardi di euro a fine anno. Solo nel 2023 si supererà l’anno record 2019 con oltre 40 miliardi di euro di scambi.
Anche il mercato immobiliare alberghiero italiano ha sofferto nel 2020 con soli 1,5 miliardi di transazioni, dopo un eccezionale 2019. La spinta degli investitori è però molte forte e si prospettano due anni di forti incrementi e di nuove aperture, non solo nelle città più importanti, ma anche nelle migliori località turistiche. La vera sfida per il mercato italiano non è solo la crescita degli hotel cinque stelle (ci stiamo avvicinando alla media europea) ma gli alberghi di livello a quattro stelle per intercettare la fascia di turisti più ampia e in crescita.
La crisi pandemica ha colpito anche il mercato della locazione breve, con un calo dell’80% nel 2020. È in corso una ripresa che dovrebbe portare a circa 300mila contratti nel corso del 2021.
Un’analisi originale presentata da Scenari Immobiliari riguarda il peso delle case offerte per locazione breve sul totale delle case per zona. Dominano le Cinque terre dove quasi il 60% delle abitazioni sono sul mercato della locazione breve.
Le prospettive del comparto alberghiero e turistico sono comunque incoraggianti a guardare i segnali che si colgono in questi primi mesi del 2021, sostenuti da una crescente domanda interna, e mostrano che l’intero settore alberghiero sta ripartendo come anche gli investimenti nell’alberghiero italiano che – afferma Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – "dovrebbero triplicare nel prossimo triennio e toccare i tre miliardi di euro nel 2023. Almeno secondo le intenzioni dei gestori, raccolte con un ampio sondaggio nelle scorse settimane. L’Italia si conferma al secondo posto, dopo la Francia, nelle scelte internazionali per gli alberghi di alta gamma”.
Quasi la metà degli investitori infatti punta ad alberghi cinque stelle urbani oppure a resort di lusso in zone marine o di montagna.
“C’è molto potenziale nel nostro mercato – aggiunge Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – ma l’offerta è spesso di qualità modesta e i valori immobiliari sono molto alti”.
Si cercano gestori qualificati e anche una stagionalità turistica più lunga, soprattutto nelle zone del sud Italia. Le grandi città turistiche rimangono al primo posto nella scelta di investimento, ma cresce l’attenzione verso aree eccellenti del Mezzogiorno, come Lecce e Palermo.